martedì 15 gennaio 2013
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無
Trenta raggi convergono nel mozzo, ma è il mozzo l’essenziale della ruota. I vasi sono di argilla, ma è il vuoto l’essenza del vaso. Mura, porte e finestre fanno la casa, ma è il vuoto che ne fà l’utilità. Così, l’essere è il mezzo, nel vuoto sta l’essenza.
la rAPIda evoluZione dEi nuovI MezZI dI COmUNICaziOne e la lOrO deFinItiVa integrAZionE, poNgOno alLa nOSTRA ATteNziOne feNomeni ricoNdUCibilI essenZiAlmEnte a CIò chE AbbIamO sEmpRe CoNsIDERaTo rEalE.
i noStRi RApPorTI pERSOnAlI, lE nOstRe infORmAzIONi, lE NOstre OCcUPaZIoni e in definitIvA, CIÒ CHe sIamO, è SEmPrE pIù mEDiAtO.
VIviamo iN un mOndO digItAlIzZAtO, trAdOttO In bItS D'inFOrmAziONe, dOve le pErSOnALITà SOnO prODOtTi ConSUmabIlI iN rete e il cOnSUMatOre CONSUMA Se STesSO.
CONCEtTI FAmILiarI e DICOtOmie pAlEsI cOmE VeRO(1)/FaLSO(0)– eSSEre/nOn eSSerE, SI ScIOlGonO In quel mOndO lIquIdO pErCepItO da mOLtI. EMozIOni E SENTIMENTI COmpreSSi In DImensIOni spAZIalI e tEmporAlI InEsIStEnTI, perdonO dI sIgNIFICatO, laScIaNdO un pROfOndO SenSo dI vUOTO.
apPaRTeNiAmO a UNa retE pLANeTarIa dI iNfOrMaZIONI dIGITalIZZAtE, CONDiVISe E uSUfrUiBILI IN TEmPO REALE, DOVE NOI STESSI SIAMO DEI NODI, DELLE SINAPSI Di UN UnIcO SIstemA nERvOSO, nEl qUALe tUtTi cOnOscOnO tUttO e nEsSunO sa niENTE.
questa COndIzIONe smAtErialiZZAta dElL'eSSerE, Ci aVvIcInA A CuLtUre che hanNO Sempre credUtO neLla dImenSIOne rEAlmEnte VirtUale di ciÒ chE sIAmO e che SappIAmO, rEndeNdO attualI fOrme di cOnOSCeNZA che pOngOnO l'acCeNtO piÙ sUl prOceSSO ChE SuL rISUltatO. cUlture Che nON haNnO mai cOnSIderatO il VuotO come un vuotO eSiStEnZiale e nOn pROVanO l'hOrrOR VaCui dElLa sUa RaPprESenTaZiOne; MA LO CONSIDERANO IL LUOGO IN CUI, PER SOTTRAZIONE, FACENDO EMERGERE LA CONSAPEVOLEZZA DEL RUMORE DI UN RESPIRO, EMERGE ANCHE IL SUO VALORE SIMBOLICO E CONCRETO DI CONOSCENZA E DI INTERAZIONE TRA INTERNO ED ESTERNO, TRA VUOTO E PIENO; RIPROPONGONO CIOÈ IL VALORE DELL'ESPERIENZA UMANA NELLA SUA FISICITÀ. LA MANUALITÀ, L'ESSENZIALITÀ DEL GESTO E LA PERIZIA, SONO L'UNICO MEZZO DI CONOSCENZA, E LA VIA PER ESPRIMERE COMPIUTAMENTE SE STESSO.
L'OPERA QUINDI È PROCESSO DI CONOSCENZA CHE SI REALIZZA NEL FARE, IN QUELLO SPAZIO E IN QUEL TEMPO, DOVE MANUALITÀ, IMPROVVISAZIONE, CULTURA, CONCORRONO AL SUO COMPLETAMENTO.
IN ULTIMA ANALISI, IL PRODOTTO FINALE, HA UN'IMPORTANZA RELATIVA, NON È L'ESPRESSIONE DI QUALCOSA D'ALTRO E TANTOMENO SI PROPONE COME OGGETTO ESTETICO. L'OPERA RAPPRESENTA SE STESSA E IL SENSO, NON STA NELLA COSA IN SE, MA NELLA MENTE DI CHI LA OSSERVA, CHE NELLA RELAZIONE, LA UTILIZZA.
Creare è sottrarre all'eternità, distruggerlo è restituirglielo.
Cosmo
l’ordine è creato
La moltiplicazione dei segni, il bombardamento dei messaggi cui siamo sottoposti e il continuo aumento del livello del “segnale” emesso, caratterizzato anche dall’ossessiva ricerca dell’originalità, sono una vera e propria forma di inquinamento con una significativa influenza sui linguaggi, le forme e in definitiva, sui contenuti.
L’integrazione e la diffusione dei mezzi di comunicazione, ci allontana dall’esperienza concreta e ci porta a considerare vero solo ciò che è mediato. Attori, politici, giudici, architetti, giornalisti, assassini, tutti sappiamo che la pena per chi non partecipa all’esposizione colletiva dei media è l’inesistenza.
Non che in precedenza fosse diverso, simboli, miti e cattedrali, avevano la stessa funzione, di nuovo c’è che tutto avviene on line, in tempo reale.
Come in quella che viene definita “l’economia reale” dei prodotti e delle merci, anche la produzione delle idee, avviene con gli stessi ritmi e le stesse finalità. In realtà le due cose coincidono, il prodotto è sempre più il messaggio.
La definitiva realizzazione della creatività di massa ha portato alla proliferazione dei messaggi, a un consumo inconsapevole, un fast food di forme e contenuti con le caratteristiche di una discarica planetaria.
Diventa vitale tentare una specie di rifondazione del linguaggio, basato su un processo a togliere, che definirei “ecologia della comunicazione”. Operare una scelta radicale per approdare ad una sorta di “astrazione condivisibile” che promuova una “strategia creativa dell’ordine”.
Il vuoto come assenza di obiettivi,
condizione necessaria all'efficacia dell'azione.
il vuoto da spazio all'uomo,
è libertà, consapevolezza, creatività...
il vuoto è + non -
Restituisce il fenomeno all'eternità.
...Il programma non è finchè non si realizza:
Inpotentia,
Automàton,
Dynamis,
Creazione
Il caso non esiste, non è caos ma autòmaton, ciò che si riproduce dal nulla, in quel divenire di Libertà Assoluta, che noi chiamiamo Creazione.
creAZIONE (ricreazione-vacanza)
Tutto esiste già.
A volte, guardiamo le cose in un modo nuovo,
riusciamo a vederle.
La chiamiamo scoperta,
invenzione.
La parola giapponese kara-te, nel complesso, si compone di vuoto e mano, non il vuoto in sé, ma in relazione ad un lavoro, ad un'attività, un mettersi all’opera per un numero necessario di volte.
Nel gesto si muove senza il controllo, libera, sicura, effettiva, mente sgombra, col cervello vuoto.
Pensavo: sono solo,
e allora con chi sto parlando?
Giusepe Pansa, Non lo chiamo.
Spiegare le ali.
Dare luogo alla sintesi,
formaecontenuto,
ecologia della comunicazione.
Segni per rifondazione del linguaggio.
Il gioco, il vuoto è tutto, è sopratutto,
un trucco per interrogarsi sul vuoto del senso.
VACUUM | HORROR VACUI
PUNTO
Il PUNTO è un'IDEA, una PROFEZIA che s'INVERA, una FALLA nella SUPERFICIE del SILENZIO.
GENERA SÉ STESSO e il suo OPPOSTO. Il MASSIMO MINIMO, ZERO e UNOINSIEME, l'IO PROIETTATO a l l ' I N F I N I T O . . .
...La semplice dimostrazione che l'uomo creò Dio a sua immagine e somiglianza.
La persistenza di un punto nello spazio e nel tempo, definisce una forma, delimita una superifice, come un film, racconta una storia.
La superficie è la traccia capace di segnalare la sostanza. Pelle, limite, contorno, allude all'oggetto senza esaurirlo. Nasce con lui, ne registra la storia e ne rappresenta il cambiamento, il divenire. Tutto ciò che riusciamo a vedere.
TATUAGGI
Il colore è illuminazione.
Ci parla dei nostri limiti,
rivelandoci, per negazione,
l’essenza delle cose.
Pura soggettività,
espressione e misura
di ciò che non è.
Logos
Ci sono segni, simboli, soggetti, immagini, contenuti, che si ripresentano, sempre diversi, sempre uguali.
Lo scollamento con il mondo delle cose ci riguarda, definiamo il nostro mondo: Digitale.
Ma il complemento dell'immagine riflessa non comprende né l'immagine stessa né il fantomatico noumeno kantiano che l'avrebbe originata: può comprendere solo ciò che la mia riflessione aveva già compreso. Ottengo il nulla togliendo tutto da tutto ciò che ho compreso.
In questo senso, nel vuoto ci sono più cose di quelle che posso immaginare.
1+1=0
Il vuoto, il nulla, l'opposto, il negativo, l'inverso, il complementare. Mi piace, ma non so nemmeno se l'opposto del negativo sia l'affermativo o il positivo.
Pixel
Vettore
Ctrl z
tracciato
matematica
Tomogramma
Abito
Apparenza
tomografia
NOW,
HERE, NOWHERE
Vacuum, vuoto si usa per espressioni tipo :
testa vuota, vuoto di potere, sottovuoto, penzolare nel vuoto, cadere nel vuoto, andare a vuoto, parlare a vuoto, vuoto di significato, lasciare un vuoto, vuoto a rendere, vuoto d'aria, fare il vuoto, girare a vuoto,
stomaco vuoto, mani vuote, vuoto di potere, assegno a vuoto, ha in realtà è spazio libero.
Quel che non c'è, è
Il pieno è vuoto
Il tutto è pieno
Il vuoto è tutto
CMYK
Logos
Madonna è una cantante o la madre di Gesù?
Apple è una mela o un computer?
vacanza-
avere tempo per attendere.
In effetti sembra che il tempo sia una variante: Attendere il Tempo.
Danza nell'eterno presente
Qualcosa che è "sempre già".
a.C
d.C.
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